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Indice di massa corporea (BMI): nessuno è perfetto!

5 min. tempo di lettura
Silvia Goggi

A cura di Caterina Conte

Professore Ordinario di Medicina Interna presso l’Università Telematica San Raffaele Roma e responsabile del Centro Obesità presso l'IRCCS MultiMedica di Sesto San Giovanni (Milano)

I limiti del BMI

Il BMI (indice di massa corporea o body mass index in inglese) è semplice da calcolare ed è usato per diagnosticare e classificare l’obesità, ma presenta alcuni limiti. Non distingue tra massa muscolare, grasso corporeo o distribuzione del grasso: due persone con lo stesso BMI possono avere rischi per la salute molto diversi (si pensi a una persona che convive con l’obesità e a un culturista che hanno lo stesso peso e la stessa altezza: il BMI sarà uguale, ma il culturista avrà una massa muscolare molto sviluppata, mentre la persona con obesità avrà un eccesso di massa grassa). L’eccesso di grasso corporeo e in particolare di grasso addominale può essere associato a un aumento del rischio cardio-metabolico (il rischio di sviluppare malattie metaboliche e cardiovascolari associate all’obesità, come il diabete, infarti e ictus). È quindi essenziale adottare misure più accurate per valutare la quantità e la distribuzione del grasso corporeo.

Grasso viscerale: può essere un vero pericolo
La distribuzione del grasso è cruciale. Il grasso viscerale, che si accumula intorno agli organi interni e in particolare nell’addome, è molto pericoloso per la salute. Può essere associato a un rischio maggiore di:

  • Malattie cardiovascolari, come infarti e ictus.
  • Diabete di tipo 2, perché favorisce la resistenza all’insulina.
  • Ipertensione arteriosa (pressione alta).
  • Malattie epatiche, come la steatosi epatica metabolica (“fegato grasso”).

Misurare il girovita e il rapporto vita-altezza

Il girovita, o circonferenza vita, rispecchia il grasso viscerale accumulato nell’addome e i rischi correlati. Anche persone con un BMI normale ma con un girovita elevato possono essere a rischio. Di recente, l’EASO (Associazione Europea per lo Studio dell’Obesità) ha proposto di usare il rapporto circonferenza vita-altezza, oltre al BMI, per fare diagnosi di obesità. Questo parametro, che considera il rapporto tra la circonferenza vita e l’altezza misurate in centimetri, è particolarmente utile perché fornisce una stima più accurata del grasso viscerale e della distribuzione del grasso corporeo.

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Un rapporto vita-altezza superiore a 0,5 può indicare un aumento del rischio di malattie cardio-metaboliche.

Conclusione:
Il BMI da solo non è sufficiente per diagnosticare l’obesità e valutarne i rischi. Incorporare parametri come il girovita e il rapporto vita-altezza consente una diagnosi più accurata e strategie di prevenzione delle complicanze dell’obesità più efficaci.

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