Livia è la moglie di un paziente con obesità che ha affrontato un
lunghissimo percorso di cura, ottenendo ottimi risultati, ma con
grande impegno, tenacia e forza di volontà e certamente non senza
momenti complicati. «Mia moglie è sempre stata al mio fianco» ci aveva
detto il marito nell’intervista che ci ha rilasciato. «Avere qualcuno
che si occupi e preoccupi di te è di grande supporto in questo
viaggio». Abbiamo quindi deciso di fare una chiacchierata anche con la
signora Livia, per incoraggiare e stimolare quanti ogni giorno vivono
con questa problematica pur non essendo i protagonisti del percorso di
cura. Ma insostituibili e fondamentali co-protagonisti.
Mio marito e io stiamo insieme da quasi 60 anni, gli sono sempre
stata accanto in tutto il suo percorso di cura, da quando pesava 160
kg a ora, che ne pesa 100. Ci sono stati anni in cui non era in grado
di spostarsi da solo e neanche di allacciarsi le scarpe in maniera
autonoma. Ero sua moglie, ma anche la sua assistente 24 ore su 24,
perché senza aiuto non riusciva a fare praticamente nulla.
Pur
avendo vissuto momenti difficili, ho sempre cercato di non pormi di
fronte a lui come un giudice, ma piuttosto accanto a lui, come una
spalla su cui appoggiarsi. Qualche volta lo ammetto, ho perso la
pazienza, ma sgridare e far sentire in colpa non è producente, anzi: a
chi sta affrontando un percorso di gestione e di cura dall’obesità non
serve il giudizio, serve, piuttosto, tanto incoraggiamento.
È
richiesta una grande forza di volontà e una predisposizione a cambiare
radicalmente i propri stili di vita, e di questo il merito è tutto
suo: mio marito ha modificato la sua mentalità insieme con la sua
alimentazione e la predisposizione all’attività fisica, ma, certo, mi
ha sempre avuto al suo fianco. Non ho mai pensato, neanche nei momenti
peggiori “Non ce la farà”, perché sapevo che se vuole, può tutto.
Mio marito è stato ricoverato 15 giorni in una struttura dedicata al
trattamento dell’obesità. Il percorso terapeutico prevedeva visite di
follow up ogni tre mesi, ma era un periodo troppo lungo… in tre mesi
avrebbe potuto perdersi. Ci siamo rivolti, quindi, a una dottoressa
esperta di questa malattia e al suo team. All’inizio di questo
rapporto, mio marito era ancora molto pesante e quindi le prime volte,
proprio per questioni logistiche, lo accompagnavo io alle visite con
cadenza quindicinale. Non sono stata coinvolta nel percorso di cura,
ma ero spesso presente alle visite, lo assistevo perché pensava
potesse essergli utile avermi lì, anche perché temeva di dimenticare
qualcosa di importante da dire alla dottoressa.
È stata la
scelta migliore quella di affidarsi a un’esperta del problema: lei lo
ha saputo comprendere e accompagnare con professionalità e stima,
senza fargli mai mancare il suo supporto, anche quando la bilancia,
nonostante l’impegno e le rinunce, faticava a scendere. Il farmaco che
la dottoressa ha prescritto a mio marito – e che tuttora assume con
costanza – e le visite ravvicinate con i professionisti sanitari
esperti di obesità hanno fatto la differenza.
Tutta la famiglia deve essere coinvolta in un cambio di mentalità e
di abitudini che non possono riguardare solamente la persona che deve
convivere con questa malattia. Naturalmente parte del percorso di
trattamento dell’obesità riguarda alimentazione e attività fisica.
L’impegno in cucina è stato sempre condiviso anche perché, se è vero
che spesso la spesa la fa mio marito (ma sulla base della lista che
preparo io), poi cucinare è da sempre compito mio. Abbiamo rivisto gli
ingredienti, sulle indicazioni dei medici, e soprattutto le porzioni.