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Superare i pregiudizi legati al peso

Attorno a sovrappeso e obesità aleggiano una serie di pregiudizi che vanno dalle convinzioni individuali fino a stereotipi socialmente condivisi, che possono arrivare allo stigma e alla discriminazione vera e propria.

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Sperimentare sulla propria pelle pregiudizi legati al peso può essere molto difficile. Sguardi severi, commenti pungenti o ironici, atteggiamenti ostili ripetutamente subìti possono provocare reazioni emotive importanti, come senso di colpa, vergogna, ansia, bassa autostima, persino depressione. 

L’insoddisfazione che ne deriva può anche favorire comportamenti poco salutari o poco funzionali per la perdita o il controllo del peso, facendo perdere di vista i propri obiettivi e vanificando l’impegno profuso, in un circolo vizioso che allontana sempre di più dai risultati sperati. 

Oltre ai pregiudizi individuali, poi, legati a punti di vista soggettivi e ad atteggiamenti negativi verso le persone con obesità, più grave è lo stigma sociale, che riguarda stereotipi condivisi e credenze errate più radicate nella popolazione. Si tratta di pregiudizi basati sulla scarsa conoscenza dell’obesità come malattia cronica vera e propria e delle sue cause, ma contro i quali è molto difficile combattere. Tra questi, per esempio, la convinzione che le persone in sovrappeso o con obesità siano pigre, poco attente alla cura del proprio aspetto, dotate di scarsa autodisciplina e autocontrollo. E che, in qualche modo, l’obesità sia semplicemente il risultato di scelte e di comportamenti errati, come mangiare troppo e male o fare poco movimento fisico. «Se solo mangiasse meno…», «Basterebbe muoversi un po’ di più…».

Uno sguardo, un commento pungente, una risatina. Subìre sulla propria pelle lo stigma per il proprio peso può avere conseguenze molto gravi sull’autostima e sul percorso di perdita di peso.

La discriminazione silenziosa nella vita di tutti i giorni

Stigma e discriminazione possono concretizzarsi in provocazioni, attacchi verbali, prese in giro, bullismo in ambienti scolastici o lavorativi. Si può addirittura arrivare ad attacchi fisici e molestie. 

Ci sono, poi, forme indirette di discriminazione, più sottili ma non per questo meno gravi, che riguardano le barriere nella vita di tutti i giorni. Pensiamo, per esempio, alle dimensioni di oggetti di uso quotidiano realizzati per le persone di taglia “standard” come le sedute sui mezzi pubblici o nelle sale d’attesa. Ancora più grave è quando questa mancanza di attenzione si ha nelle strutture sanitarie: non soltanto da parte di alcuni medici, ma anche nelle caratteristiche di alcuni dispositivi necessari al paziente: solo per fare qualche esempio, i manicotti dei misuratori di pressione o i camici per i ricoveri ospedalieri o per gli interventi chirurgici. Forme di discriminazione meno violente e rumorose, ma che non per questo fanno meno male e che influiscono in modo profondo sul vissuto della persona con obesità, condizionandone vita, socialità, autostima.

 

È discriminazione anche la difficoltà di accesso o l’assenza di percorsi di cura dedicati nelle strutture pubbliche, che oggi sono ancora insufficienti rispetto al numero di persone con obesità. Perché il paziente con obesità (riconosciuta in Italia come malattia cronica nel 2019 dalla Camera dei deputati), ha il diritto di essere curato esattamente come qualsiasi altro paziente affetto da altre patologie.

Ancora, la discriminazione legata al peso può influire sugli spostamenti e, quindi, sulla libertà individuale, sull’accesso all’istruzione e al mondo del lavoro, sugli avanzamenti di carriera, sull’accesso alle cure mediche, causando disuguaglianze sociali e l’aggravarsi dei problemi di salute. Sempre più prioritaria è, quindi, la diffusione di una cultura dell’obesità come malattia cronica che colpisce indipendentemente dalla volontà di chi ne è affetto, e che come tale va curata con percorsi terapeutici adeguati, multidisciplinari e personalizzati. 

Stigma e discriminazioni legati al peso influiscono sulla condizione psicologica ma anche sulla vita quotidiana delle persone con obesità. Si contrastano con una maggiore cultura sull’obesità, che deve coinvolgere istituzioni, scuole, strutture e personale sanitario.

Per approfondire
  • It’s time to end this socially acceptable prejudice (Obesity Canada) 

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